In missione: Paraguay

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Sveglia alle 6 e partenza per quella che potrebbe essere la mia ultima destinazione prima di tornare nella capitale per fare le foto lì.

Alle 7 arriva il taxi e mi faccio portare al terminal dei bus lato Argentina.
In questi 3 gg ho avuto più visti di ingresso ed uscita che in 3 anni di viaggi 😀
Prendo il biglietto per San Ignacio ed attendo il bus. Il percorso è ATROCE, tutte le fermate che fa sono in cittadine dove l’asfalto non sanno come sia fatto quindi tutta piena di buche, pietre e fango (si perché nel frattempo inizia la pioggia tropicale).
Per poco non ci lascio lo stomaco da qualche parte ma come al solito mio niente colazione… solo acqua e quindi… nessun problema.
Finalmente dopo 5 ore di viaggio arrivo al mio alloggio dentro un Ostello molto tranquillo e non molto lontano dal terminal dei bus.
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Al solito appena mi sistemo mi metto subito all’opera, purtroppo piove e non smetterà di farlo quindi oggi più di mezza giornata bruciata quindi la dedico all’organizzazione dei giorni successivi.
Mi informo e trovo subito una agenzia che è vicino al terminal (che culo… devo tornare indietro e mentre piove a piedi) e trovo Miguel che mi aiuta e facciamo subito un piano:
se per la giornata dell’indomani può trovare altre 3 persone possiamo fare una scappata nella missione in Paraguay, viceversa il giorno si faranno le missioni gesuitiche in Argentina e si proverà il giorno dopo per il Paraguay.
Ritorno in ostello e preparo le varie foto dei giorni precedenti e scrivo una cosa che ho intenzione di pubblicare verso la fine del mio viaggio, una esperienza unica di quelle che ti lasciano un bellissimo ricordo nel cuore e nella mente.
Verso le 21, mentre sto cenando, la buona notizia arriva alla reception “domani puoi andare in Paraguay… hanno trovato il gruppo per te”.
La mattina si parte presto alle 8 e andiamo a prendere il gruppo composto da padre, madre e figlia di Bruxelles che stanno facendo un giro in Argentina visto che la figlia al momento insegna francese in questo paese.
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Il nostro autista invece è una australiano di nome Jimmy (che scoprirò in seguito essere il marito della donna che sta alla reception), molto simpatico e soprattutto colto e preparato (il che non guasta mai).
Subito ci porta nella barca che anche se non è esattamente il tratto più breve è di sicuro quello più bello da vedere ed è anche turistico, peccato che anche qui la strada è a dir poco schifosa e quindi di nuovo stomaco in ostello e corpo lì con loro.
Altri timbri di uscita e le solite domande di rito con controllo sul computer per vedere il mio percorso… si sale a bordo e si parte.
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All’arrivo dall’altra parte la situazione è molto diversa… intanto doppio controllo di documenti (uno per esserci imbarcati ed uno per l’ufficio immigrazione) e poi al momento di ricevere il visto, veniamo schedati e segnalati su un quaderno con i nostri dati (glielo hanno detto che esistono i computer a questi?), vabbè poco male mica è colpa loro, ennesimo timbro e si parte… ma a questo punto mi chiedo “ma siamo davvero in Paraguay? Qui vedo un asta alla frontiera ma non vedo la bandiera… la risposta del capo immigrazione (che nel frattempo vedo di nascosto intascare dei soldi quasi come aver pagato un pizzo) che mi dice “ma sta piovendo non volevamo bagnarla”.
Ma visto che non sta piovendo adesso e con mia insistenza mette la bandiera ed ecco le foto del magico ed solenne momento.
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Ci avviamo verso le missioni e qui vediamo delle belle rovine ma con una storia tremenda alle spalle.

Nel 1549 cinque membri dell’Ordine, sotto la guida del padre Manuel da Nóbrega, attraversarono l’Oceano Atlantico, prendendo la direzione del Brasile, già colonia del Portogallo, con lo scopo di realizzare il sogno evangelizzatore. Arrivati a San Salvador de Bahia fondano un Collegio e danno vita alla Provincia del Brasile della Compagnia di Gesù. Quando il Marchese di Pombal nel 1760 li espelle dal paese 670 religiosi gesuiti vengono dispersi dal nord al sud del Brasile.

Nell’America ispanica la missione dei gesuiti comincia più tardi: nel 1586, quando Francisco Borja invia un gruppo in Perù. Nel 1606 Filippo III ordinò al governatore di Río de la Plata, Fernando Árias de Saavedra, di non sottomettere gli indigeni con la forza delle armi ma attraverso la catechesi svolta dai gesuiti.

Nel 1607 nasce la Provincia del Paraguay, il cui territorio comprendeva l’attuale Paraguay, la parte orientale della Bolivia, l’Argentina, l’Uruguay e il sudovest del Brasile, allora governato dagli spagnoli. Invitati dal vescovo di Tucumán i missionari si trasferirono all’interno del continente, e insieme con altri religiosi fondarono nel 1609 un collegio ad Assunzione. Negli anni successivi cominciarono il loro lavoro specificamente missionario, con la fondazione della Missione di San Ignacio Guazú, in Paraguay, a cui fecero seguito circa altre 60 nei territori di Paraguay, Argentina e Brasile, di cui solo 30 hanno avuto uno sviluppo significativo. La loro opera crebbe in maniera smisurata, tanto da cominciar a dar fastidio alle potenza portoghesi e spagnole.

Scopro anche che è stato fatto un film nel 1986 con Robert De Niro “Mission” dove a quanto pare la scena finale ricorda molto quello avvenuto nella realtà (che non vi svelo andatelo a vedere è un bel film).
Al ritorno ci fermiamo in un ristorante in paese e vado a fare un prelievo in banca e sorpresa: qui si possono prelevare anche i dollari americani.
VI spiego perché è una bella sorpresa, se doveste fare prelievi al di fuori dell’euro avrete delle commissioni da pagare, ma prelevando dollari in Paraguay e pagando 5$ di commissione a prelievo, coprirete subito la spesa cambiandoli in Argentina al così detto “cambio blu”.
Il cambio blu è quello non ufficiale ma non illegale, in pratica hanno un cambio parallelo a quello bancario, quindi in sintesi se andrete in banca vi cambieranno l’euro a 10 pesos, al cambio blu troverete da 15 pesos in poi che non sono pochi se fate al volo 2 calcoli. Stessa cosa dicasi per il $ americano. Bene adesso avrete capito perché ero felice di aver visto che potevo prelevare in U$S 🙂
In questo ristorante non mangio esattamente poco perché tutto il cibo ha lo stesso prezzo e si paga a peso… sfortunatamente mi ero dimenticato che la strada in Paraguay per il porto non è esattamente ottima… per poco non perdo stomaco con milza, fegato e tutto il resto.
Si torna in albergo e qui preparo subito le foto e mi organizzo per il giorno dopo.
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