Salta è una piccola cittadina molto tranquilla e sinceramente non è che vi sia molto da vedere… Infatti non appena arrivato verso le 9 del mattino (dopo 16 ore di bus), giusto per non farmi mancare nulla cosa faccio? Noleggio a volo una guida con auto e mi vado a fare subito altri 200 km di auto ( ça va sans dire) e vado in direzione di Cafayate.
Ma prima di parlarvi di questa città e delle altre incontrate ho una piccola curiosità che mi è stata raccontata da Alfredo (il mio autista) riguardo la foto che vedete qui in basso.
In pratica quando una persona muore (o viene uccisa come nel caso della foto qui in basso) vengono costruiti questi piccoli santuari con tutte questa bandiere rosse che inneggiano a Gauchito Antonio Gil.
Antonio Gil era un gaucho operaio rurale, adoratore della “Santa morte” e che ha avuto una relazione con una ricca vedova. Questo però ha scatenato l’odio dei fratelli della vedova e del capo della polizia locale, che aveva corteggiato la stessa donna. Visto il pericolo, Gil lascia la città e si arruola per combattere la guerra contro il Paraguay (1864-1870). Al suo ritorno, fu reclutato dal partito autonomo per combattere nella guerra civile Correntina in opposizione al partito liberale e quindi diventò automaticamente un disertore. Dal momento che la diserzione era un crimine, è stato catturato, il suo piede è stato appeso a un albero ginestre e ucciso con un taglio alla gola. Gil ha detto il suo carnefice, prima di morire, che avrebbe dovuto pregare nel nome di Gil per la vita di suo figlio, in quanto stava molto male. Il boia lo fece e suo figlio miracolosamente guarì. Quindi diede al corpo di Gil una degna sepoltura e le persone che sentirono parlare del miracolo, costruirono un santuario. Questa è la versione più accreditata tra le tante, in quanto non esiste una storia ben precisa.
La tradizione di avvolgere con le bandiere rosse o santuari di vernice rossa con il volto di Gauchito Gil viene dal colore che caratterizza il partito autonomo della provincia di Corrientes.
Il viaggio continua ed incontriamo Alemania, una cittadina abbandonata da molto tempo, gli unici che vengono qui a passare un po’ del loro tempo sono gli hippies che arrivano ma poi vanno via… la città è deserta da molti anni oramai ma qualche costruzione è rimasta
Ci avviamo sempre più verso Cafayate e strada facendo mi fermo al “Gargante del Diablo”.
Il posto è incantevole (non so perché lo chiamino del diavolo) ma non è molto accessibile, infatti, per scalarne l’accesso (proibito tra altro… ma lo facevano tutti perché io no?) ho dovuto chiedere aiuto alle persone che stavano già oltre la barriera in quanto il peso della mia apparecchiatura non mi permetteva di superare agilmente l’ostacolo (provateci voi con 20 kg sulle spalle O_o)
All’interno della insenatura lo spettacolo era ancora più bello (giudicate voi stessi)
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Il viaggio continua e questa differenza di colori mi colpisce sempre più come ad esempio questo fiume
o come il Sapo (roccia che assomiglia alla rana)
o rocce che non hanno un nome ma che comunque sono molto belle
e la strada che sembra sempre la stessa.
Arriviamo nella zona dei vini (hic….hic….) e qui visito la Bodega “El Esteco”, dove oltre a fare un tour dell’azienda (mamma mia che profumi)
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alla fine del tour mi imbatto in questo cartello molto “simpatico”
Ma ovviamente mica me ne vado via così a mani vuote… e compro questa bottiglia che ha una cosa molto particolare (ed mai vista in vita mia fino ad adesso):
nessuno sa quali e quante tipo di uva vi siano all’interno. Si, la ricetta è segreta e quindi nessuno sa nulla di nulla a parte l’enologo ed il titolare dell’azienda. Se poi pensate che del 2011 ne sono state fatte solo 2250 bottiglie già questo vi fa capire che cosa possa essere questo vino.
A questo punto si torna indietro a Salta…. ma visto che siamo in questo paese…. ma un salto non lo devo fare?